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al testo di Ivan Pozzoni
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Non mi va di abbeverarmi - bue con velleità da toro- alle fonti intirizzite d'arti da trivio, triviali, di volta in volta, d’inchinarmi alla corte del Gran Khan, abbaiando senza mordere, chiedendo scusa alla carta bianca dei miei mille rivoli d'inchiostro, mutati in vita, resuscitati da attimi di rigor mortis.
Non mi va, insomma, d'andare a capo, vittima d'un verso sciapo, canopo di sentimenti, imbalsamando momenti contundenti tra stenti, mani vincenti e camere ardenti d'amori inconcludenti d'umore cupo.
Non mi va, insomma, d'andare a capo, spezzando corde vocali lungo baratri di dirupo, stella cadente senza paracadute oste sorpreso nell'atto di rimescolar cicute, scrivo senza soste tenendo strette strette, in pugno, manciate di roventi caldarroste.
[Lame da rasoi, 2008] |
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